martedì 17 luglio 2012

Pensioni e stipendi, stop ai contanti sopra mille euro. Gli obblighi e i diritti fino al 30 settembre


Lo stop al contante fa rotta su pensioni, stipendi e compensi pubblici. La data spartiacque è stata lo scorso primo luglio, quando è scattato l'obbligo di pagamento da parte della Pa (centrale e locale) tramite strumenti elettronici bancari o postali se le somme sono superiori a mille euro. Fino al 30 settembre, però, ci sarà una fase cuscinetto che consentirà delle vie d'uscita per incassare gli importi in assenza di conti corrente o altri canali che assicurino la tracciabilità dei flussi. Questo periodo transitorio ha il compito di rendere più agevole il passaggio da un sistema a un altro fin quando non potrà più essere utilizzato il contante.

L'adeguamento
In questo arco temporale (previsto dall'articolo 3, comma 4-bis, del Dl 16/2012), se i pensionati non indicano un conto di pagamento su cui accreditare le rate della pensione (conto corrente bancario, postale o un libretto postale), l'Inps deve continuare a disporre i pagamenti mensili. Le somme non saranno però a disposizione del pensionato/lavoratore in quanto affluiranno su un conto di servizio transitorio e infruttifero di interessi, senza oneri per il beneficiario. In pratica le rate della pensione o degli altri emolumenti risulteranno “congelate” nell'attesa che il pensionato/lavoratore effettui la sua scelta. Una volta che il pensionato avrà effettuato la scelta, le somme temporaneamente “congelate” saranno sbloccate affluendo dal conto transitorio allo strumento di pagamento indicato (conto corrente bancario, postale).

Le opzioni
Fino al 30 settembre, anche se il pensionato non risulterà ancora titolare di un conto corrente o di altro strumento idoneo ad assicurare la tracciabilità della pensione, potrà comunque ottenere il pagamento delle somme spettanti tramite un assegno di traenza. Si tratta di una particolare forma di assegno solitamente emesso nei casi in cui un'azienda o un ente pubblico deve effettuare un rimborso di denaro nei confronti di un soggetto di cui non conosce le coordinate bancarie. L'assegno così emesso è non trasferibile e riporta una specifica data prefissata e inderogabile che una volta trascorsa non consente più l'incasso del titolo.

Dal 1° ottobre in poi
Una volta terminata la fase transitoria, cioè passato il 30 settembre senza che il pensionato o il lavoratore della Pa abbiano indicato lo strumento per ricevere l'accredito della somma (pensione/stipendio), le somme temporaneamente depositate sul conto transitorio torneranno nella piena disponibilità dell'Inps. Questo non significa che il lavoratore o il pensionato hanno perso il diritto a percepire i ratei di pensione o di stipendio. Infatti, una volta comunicati gli estremi del conto corrente bancario o postale si avvierà nuovamente l'iter per ottenere il pagamento delle somme rimaste temporaneamente congelate. L'obbligo di tracciabilità dei pagamenti (delineato dall'articolo 12 del decreto salva-Italia di dicembre) ha dato luogo a notevoli perplessità in relazione ai costi che le fasce più deboli avrebbero dovuto sopportare per l'apertura.

Il ruolo dell'Isee
Il conto base, chiamato conto base di tipo A, è completamente gratuito (compreso il bollo) solo per chi ha un reddito Isee non superiore a 7.500 euro. L'Isee è un indicatore di reddito che viene calcolato sommando tutti i redditi della famiglia e poi rapportandoli al numero dei componenti e ad altri parametri in modo da ottenere l'indice della “ricchezza” del nucleo famigliare. Lo stesso prodotto (conto) è offerto a tutti con il pagamento di un canone onnicomprensivo, oltre all'imposta di bollo se la giacenza media supera i 5mila euro. I pensionati che ricevono l'accredito di un assegno mensile fino a 1.500 euro possono alternativamente: accedere a un conto base più semplificato a costi zero (oltre al bollo per le giacenze medie superiori a 5mila euro); oppure al conto A, con un canone semplificato o con il pagamento delle operazioni aggiuntive. 


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